Dove sei, mondo bello

(Beautiful world, where are you, 2021)

Sally Rooney

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Immagine da “Normal people”, serie in 12 puntate tratta da “Persone Normali” di Sally Rooney

Sull’istinto del bello però credo che ti sbagli. Gli esseri umani l’hanno smarrito con il crollo del Muro di Berlino. Non intendo tornare a discutere sulla questione, ma con la morte dell’Unione Sovietica è morta anche la storia. Penso al ventesimo secolo come a una lunga domanda, cui alla fine abbiamo dato la risposta sbagliata. Non credi che siamo bambini sfortunati, a essere venuti al mondo quando questo finiva? In seguito per il pianeta non c’è più stata speranza, e nemmeno per noi. O forse era solo la fine di una civiltà, la nostra, e in futuro a un certo punto un’altra la sostituirà. In tal caso, ci troviamo nell’ultima stanza illuminata prima delle tenebre, testimoni di qualcosa.

Il terzo romanzo della scrittrice irlandese Sally Rooney (1991- ), che fa seguito al grande successo dei primi due soprattutto nei paesi di lingua anglosassone, racconta la relazione sentimentale-sessuale di due coppie, ma contiene anche flessioni sull’arte e la letteratura, esplicitate nelle e-mail che si scrivono le due protagoniste femminili, alternate ai capitoli di narrazione.

Una giovane scrittrice irlandese di recente successo, Alice Kelleher (che sembra avere molti punti biografici di contatto con l’autrice) si trasferisce a vivere in una cittadina sulla costa orientale dell’isola, dopo una crisi personale che l’ha portata al ricovero in un reparto psichiatrico.

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William Gaddis


In una recensione apparsa sul New York Times, la scrittrice Cynthia Ozick coniò nel 1985 un’indovinata definizione di William Gaddis (1922-1998): “famoso per non essere abbastanza famoso”. Gaddis è infatti arrivato al grande pubblico solo con il suo secondo romanzo, J R, apparso ben venti anni dopo il primo, The recognitions (Le Perizie), è oggi considerato una pietra miliare del postmoderno americano, l’anello di congiunzione tra la generazione degli scrittori tra le due guerre (Joyce e Faulkner) e quella contemporanea (Pynchon, DeLillo etc.).

È abbastanza semplice individuare la tematica-perno intorno alla quale ruota ognuno dei cinque soli romanzi scritti da William Gaddis: l’arte (Le perizie, 1955), il business (J R, 1975), la religione (Gotico americano, 1985), la giustizia (A frolic of his own, 1994) e infine di nuovo l’arte (L’agonia dell’agape, 2002), ma tutta la sua narrativa è ispirata a un concetto forte: la critica del modo in cui il capitalismo contemporaneo corrompe la creatività e distorce le relazioni interpersonali. Secondo Peter Dempsey, malgrado Gaddis non sia marxista (per eccesso di cinismo), il suo lavoro rappresenta la più impressionante analisi marxista della società nella letteratura americana del dopoguerra.

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China Miéville

Lo scrittore britannico China Miéville (1972- ), che è anche fumettista e critico letterario, è conosciuto per le sue opere nel campo del fantastico, dal fantasy al new weird anche se la sua opera più premiata, La città e la città, è più propriamente fantascientifica. Dopo un’esperienza lavorativa giovanile in Egitto, durante la quale si interessa di politica mediorientale. Laureato in antropologia sociale e con un master in scienze politiche, è dichiaratamente marxista. Ha militato nel partito Left Unity, fondato nel 2015 dal regista Ken Loach, ed è noto per le sue posizioni critiche nei confronti di Il signore degli anelli  di Tolkien, sia dal punto di vista artistico che politico.

La sua opera critica all’interno del new weird è infatti rivolta a una rivisitazione radicale del fantasy, in contrapposizione ai canoni artistici degli epigoni di Tolkien. La sua scrittura è stata classificata anche all’interno dell’urban fantasy.

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