(The City and the City, 2009)
China Miéville
⸎ ꝿ — 2
Nel suo secolo abbondante di vita, la fantascienza non ha raccontato solo extraterrestri, astronavi, robot e viaggi nel tempo; fino dai suoi albori come genere letterario, al centro del suo immaginario c’è stata anche la Città.
La città è il centro propulsore della seconda rivoluzione industriale, il luogo dove la tecnica si dispiega con tutta la forza, dove la scienza trova laboratori, cervelli, centri di ricerca, dove sorgono fabbriche e si concentra la manodopera, dove il denaro si forma e si moltiplica. La città sembrava, alle generazioni di inizio Novecento, una porta su un magnifico futuro di progresso.
In La città e la città lo scrittore britannico China Miéville descrive una delle città più incredibili della letteratura fantastica; forma letteraria a parte (il romanzo è un thriller alla Raymond Chandler), l’autore fa della sua doppia città/città gemella un autentico, sorprendente protagonista, una delle più originali invenzioni del postmoderno.
La storia è ambientata in due immaginarie città dell’Europa dell’Est — situate probabilmente nei Balcani[i] — Besźel e Ul Qoma, che condividono letteralmente lo stesso territorio, pur essendo due città-stato separate. Le vie, gli spazi, gli edifici sono rigorosamente divisi tra aree totali, cioè appartenenti all’una o all’altra, e alcune zone intersezionali (in originale crosshatched) dove le due città coesistono, sebbene i cittadini dell’una e dell’altra non possano avere contatti.
Continua a leggere “La città e la città”