Underworld

(1997)

Don DeLillo

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Il più lungo dei romanzi dell’italoamericano Don Delillo (1936- ), che richiese sette anni di lavoro, racconta gli Stati Uniti dagli anni Cinquanta fino a fine secolo. Quasi tutti i protagonisti si muovono nell’ambiente italo-americano del Bronx. Il “pretesto” del racconto è una pallina da baseball, protagonista di una vittoria inattesa, che passa di mano in mano tra diversi proprietari tra il 1951 e gli anni Novanta. La narrazione però si svolge in senso contrario, iniziando dagli anni più recenti e indietro fino all’evento che ha determinato una svolta nella vita del protagonista principale, Nick Shay, la cui natura viene rivelata subito mentre la “meccanica” è mostrata solo nell’ultima parte.

La vita di Nick Shay, il tema dello smaltimento dei rifiuti e il destino della pallina da baseball, sono il filo conduttore di una storia forte, ma anche un pretesto per raccontare la vita di una nazione. I temi-guida di questo romanzo caotico e impressionante, pieno di idee, bagliori, personaggi e situazioni, sono cultura pop, arte povera, ossessione della guerra atomica: un quadro amaro e completo della civiltà dei consumi.

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Il corpo che vuoi

(You too can have a body like mine, 2015)

Alexandra Kleeman

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Alexandra Kleeman fotografata da Arturo Olmos

Il romanzo inizia come situazione quasi metafisica, con pochi personaggi senza nome: la protagonista A è una giovane donna che vive una relazione con un ragazzo, C. I due hanno rapporti intimi, c’è anche attrazione, ma manca comunicazione. A, che non sembra avere una vera e propria occupazione, trascorre il proprio tempo riflettendo sulla propria esistenza.

I due non abitano insieme: A divide l’appartamento con B, ragazza poco più giovane di lei; B si sente influenzata dalla coinquilina, e la eleva a modello di vita e personalità, cercando di somigliarle anche fisicamente, nell’alimentazione e nella pettinatura per esempio.

La protagonista passa molto tempo a riflettere su questioni alimentari, ma in maniera passiva. Quando guarda la televisione (unico mass media presente nel romanzo, il web non sembra esistere) segue soprattutto le pubblicità, che appaiono particolarmente aggressive, almeno per i prodotti dedicati alla cura del corpo. Ma la  sua preferita è quella a cartoni animati delle Kandi Kake, merendine che poco per volta condizionano la volontà di alimentarsi di A:

… una campagna pubblicitaria incentrata sul messaggio che le Kandi Kake sono «cibo vero». Non naturale, forse, ma di sicuro tridimensionalmente possibile, un cibo proveniente dal nostro universo fisico e a noi congeniale in modo in cui potrebbe non esserlo per dei corpi che appartengono al mondo dei cartoni animati.

In realtà le Kandi Kake si riveleranno di origine completamente artificiale. A si identifica progressivamente in Kandi Kat, l’ostinato gatto protagonista della pubblicità, continuamente a caccia di Kandi Kake per sfarmarsi, senza mai riuscirci perché le merendine gli sfuggono.

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