Legenda

“Just Writer” di Zoya Koinash, Valencia (Spagna) da ArtStation

Il numero da 1 a 10 indica invece un giudizio “di valore” sulla “difficoltà” di affrontare la lettura, in riferimento alla forma dell’opera e alla sua intelligibilità, prendendo come riferimento di grado Zero un testo non di genere, scritto in uno stile semplice e senza virtuosismi, nel quale intreccio e fabula coincidono (quindi senza flashback né trame parallele),” rispettando tutte le convenzioni base della creative writing, quindi psicologia dei personaggi, trama costruita per scene chiave e twist, e niente finale “aperto”. A mano a mano che il voto aumenta verso il 10, al contrario, le trame si moltiplicano, come pure i livelli di interpretazione, il linguaggio si complica, l’understatement rende oscuro il contesto: in breve, più aumenta il voto e più si fa impegnativa la lettura.

ɷ       Poioumenon — plurale poioumena, dalla parola greca per “prodotto”: indica un roman à clé, un testo che contiene la consapevolezza che si tratta di un artefatto estetico costruito dall’autore, il quale interviene con proprie considerazioni all’interno dell’opera, anche rivolgendosi direttamente al lettore con riflessioni sulla scrittura.

Il testo postmoderno — a un certo livello almeno — contiene la consapevolezza del proprio status di oggetto estetico. Non finge che il mondo che racconta sia reale, e si assicura che sia lo stesso per il lettore, invitandolo periodicamente a riconsiderare la relazione con il mondo narrativo e con la storia.

Bran Nicol, The Cambridge introduction to postmodern fiction

Ꞥ       Non-linearità —per dirla con Alain Robbe-Grillet, la narrativa è una questione di costruzione piuttosto che di trascrizione. Fabula e intreccio sono fortemente disallineati, il tempo del racconto frammentato, discontinuo, caratterizzato da analessi e prolessi, flashback e anche flashforward.

ↈ     Paranoia —le cause degli eventi narrati vengono attribuite a una cospirazione di soggetti che rimangono fuori dall’ambito della narrazione.

ɮ       Meta-Storiografia —l’autore usa tecniche meta-narrative in un romanzo a argomento storico per ricordare che la Storia stessa è una ricostruzione ideologica piuttosto che il racconto del passato

ℍ       Humour nero, ironia —l’ironia è l’uso non letterale del linguaggio, che prevede una contraddizione tra ciò che l’autore scrive e il suo significato. Per Umberto Eco, l’ironia è una strategia per evitare il silenzio narrativo cui necessariamente conduce l’avanguardia.

Ironia, gioco metalinguistico, enunciazione al quadrato. Per cui se, col moderno, chi non capisce il gioco non può che rifiutarlo, col post-moderno è anche possibile non capire il gioco e prendere le cose sul serio. Che è poi la qualità (il rischio) dell’ironia.

Umberto Eco, Postille a Il nome della rosa

⸎      Post-Strutturalismo —il significato deriva da relazioni tra gli elementi del sistema piuttosto che dal riferimento a qualcosa di esterno, il mondo reale; il rapporto con altri testi letterari è preminente rispetto alla funzione mimetica.

⸿       Pastiche —nel testo compaiono frammenti “apocrifi” o autentici come articoli di giornale, canzoni, citazioni esplicite di altri autori, con intento parodistico.

ꝿ       Double-coding (intertestualità, citazione) —il testo contiene continui rimandi a altri testi, citazioni mai rese esplicite, richiami a altre discipline artistiche, un gioco di erudizione tra l’autore e il lettore. Per Linda Hutcheon il postmoderno è doppio, contraddittorio, e mette in scena opinioni anche opposte sullo stesso argomento.