(At Swim-Two-Birds, 1939)
Flann O’Brien
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At Swim-Two-Birds è il primo romanzo di Flann O’Brien (1911-1966) interamente composto con personaggi tratti da altri autori: fu decisamente un insuccesso commerciale, ma rappresenta un autentico prototipo di meta-fiction. I suoi protagonisti che si ribellano alla volontà dell’autore non possono non ricordare le opere dell’altro grande irlandese suo contemporaneo, Samuel Beckett, che infatti si annovera tra coloro che apprezzarono l’opera.
L’idea che un libro dovesse avere un solo inizio e una sola fine, non mi convinceva. Un buon libro poteva avere tre inizi completamente diversi, collegati tra di loro soltanto nella prescienza dell’autore, e finire, se necessario, in trecento maniere diverse.
Già nel primo paragrafo il protagonista senza nome e narratore che racconta in prima persona, mette in chiaro che non si tratta di un romanzo come tutti gli altri, e propone tre brevi incipit molto differenti uno dall’altro. Il narratore è uno studente di letteratura inglese che vive in casa con lo zio, il quale gli rimprovera la mancanza di applicazione. Lui in realtà è interessato alla scrittura; sottopone al giudizio di un amico una breve parodia scritta nello stile delle leggende irlandesi, che racconta di Finn McCool, cioè Fionn Mac Cumhaill, invincibile eroe della mitologia, che non a caso appare anche in più di un passaggio del Finnegan’s Wake di Joyce.
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