(Das Glasperlenspiel, 1943)
Hermann Hesse
Ꞥ ⸎ ⸿ — 4
Lo scrittore tedesco Hermann Hesse (1877-1961) iniziò a scrivere il suo ultimo romanzo nel 1931, con l’intento di realizzare il capolavoro della propria vita; l’opera fu pubblicata nel 1943 a Zurigo, tredici anni dopo il precedente Narciso e Boccadoro, mentre l’autore viveva in Canton Ticino, lontano dal clima persecutorio contro gli intellettuali che avvelenava la Germania nazista. Non è un caso che la Castalia, l’immaginario paese dove il romanzo è ambientato, richiami la Svizzera. Tre anni più tardi, nel 1946, Hesse vinse il premio Nobel per la Letteratura.
Il romanzo è ambientato probabilmente nel XXII secolo nella Castalia, una “provincia pedagogica” centroeuropea riservata a quanti vogliono dedicarsi alla vita puramente speculativa. Ci si riferisce alla nostra epoca, lontana secoli nel passato, come all’era feuilletonistica, “epoca borghese e favorevole a un largo individualismo”. La Castalia è governata da un severo ordine intellettuale retto da una regola quasi monastica, devoto alla conduzione e allo sviluppo di una attività chiamata “gioco delle perle di vetro”. La complessità del gioco, legato allo sviluppo delle facoltà mentali, richiede che i discepoli che si accostano seguano una vasta serie di insegnamenti in discipline diverse, dalla matematica alla storia, dalla musica alle scienze esatte, dalle arti alla filosofia, per riscattare la conoscenza dalla “prostituzione” di arte e scienza nell’era feuilletonistica.
La meccanica del gioco delle perle di vetro non viene mai descritta nei particolari, ma si intuisce che è strettamente connessa con il tentativo di stabilire una sintesi tra arte e scienza, le principali manifestazioni della civiltà umana: i giocatori infatti sono chiamati a stabilire relazioni tra argomenti comunemente ritenuti molto distanti.
Continua a leggere “Il giuoco delle perle di vetro”