Dương Thu Hương


Nata nel Vietnam del Nord, Dương Thu Hương (1947- ) per frequentare le scuole è costretta a trasferirsi con la nonna nel sud. Nel 1967 si sposa contro la sua volontà con un uomo che non ama; da lui avrà due figli. Viaggia e soggiorna nei paesi comunisti; insieme ad una troupe teatrale si reca al fronte, dove si esibisce per alcuni anni per i soldati. Dopo la riunificazione dei due governi del Vietnam lavora come sceneggiatrice, ma i suoi film sono degli insuccessi. Comincia a scrivere narrativa; il suo primo romanzo, Storia d’amore raccontata prima dell’alba, la fa conoscere in patria e all’estero. Le sue prese di posizioni critiche nei confronti del governo sono frequenti e dure e il risultato è l’espulsione dal partito nel 1989; le viene inoltre negato il diritto di recarsi all’estero.

Nel 1991 passa otto mesi in carcere e le viene ritirato il passaporto. Da allora le difficoltà di pubblicare in Vietnam diventano insuperabili, soprattutto per due motivi: la censura e il monopolio dell’editoria da parte del governo.

Nel 2005 riceve il premio “Grinzane-Cavour”. Le viene consentito di recarsi in Italia per ritirare il premio. Dall’anno successivo, Dương vive in Francia.

Continua a leggere “Dương Thu Hương”

Feríta. Giovanna d’Arco, anno 1971

(2022)

Sergej Roić

Ꞥ  ⸎  ⸿ ꝿ   — 6


Come nel precedente libro Solaris, parte seconda (2020), l’autore svizzero d’origine croata Sergej Roić, che scrive in italiano, si confronta con la fantascienza, almeno apparentemente. La forma narrativa scelta è infatti un tópos di genere fantascientifico, divenuto nel tempo un vero e proprio sottogenere: l’allostoria o storia alternativa, o ancora, come si dice tra appassionati con un neologismo d’origine greca, ucronia. L’ipotesi alla base di questi romanzi è che la Storia abbia seguito una via alternativa a partire da un determinato momento nel passato, e ciò serve a raccontare un presente appunto alternativo al nostro: una metafora esplicita che gioca con elementi della politica, della scienza, dello sviluppo umano per dire qualcosa del nostro mondo.

Classici esempi di storia alternativa sono il trionfo finale di Napoleone Bonaparte (Napoléon et la conquête du monde, 1836,di Charles Renouvier) o la vittoria dell’Asse nella Seconda guerra mondiale (The man in the high castle, 1962, di Philip Dick). Il sito web (in inglese) Uchronia – the Alternate History List, raccoglie migliaia di titoli catalogati da diverse lingue e da quasi tutte le letterature mondiali, che raccontano di un’enorme variabilità di situazioni, a partire da “punti di divergenza” lontanissimi nel passato: fino a quattro miliardi e mezzo di anni fa.

Il romanzo di Roić si inserisce idealmente in questo filone; l’ambientazione ucronica però non è richiamata per una speculazione sulla storia, bensì per creare uno scenario nel quale “l’immaginazione è andata al potere”, come recitava uno degli slogan del maggio francese. La storia insiste piuttosto sul rapporto tra linguaggio e immagine, tra parola e mente umana.

Continua a leggere “Feríta. Giovanna d’Arco, anno 1971”

Contro il giorno

(Against the day, 2005)

Thomas Pynchon

ɷ ↈ ɮ ℍ ⸿ — 7


Nove anni dopo Mason & Dixon, Pynchon pubblica il suo romanzo più lungo, autentico monstrum di oltre millecento pagine con centinaia di personaggi, un intreccio complesso e ramificato (sebbene cronologicamente lineare), geograficamente esteso su tre continenti e su una cronologia a cavallo tra l’800 e il ‘900. Dopo questo romanzo, che segna lo zenith nella sua parabola narrativa, il Brennschluss per usare il vocabolario di L’arcobaleno della gravità, Pynchon ripiega a forme narrative meno ardite per evitare di trasformarsi in una parodia di se stesso.

Esposizione mondiale di Chicago, 1893; il  miliardario Scarsdale Vibe è intenzionato a fermare le ricerche di Nikola Tesla che potrebbero portare alla produzione di quantitativi di energia elettrica gratuita, danneggiando il regime di libero scambio su cui è fondato il capitalismo. Incarica di questo l’agente privato Lew Basnight, che si è fatto una fama come specialista in anarchici, infiltrandosi ai raduni dei lavoratori.

Il 4 luglio 1899 Tesla compie un esperimento a Colorado Springs cui assiste anche Kit, figlio terzogenito di Webb Traverse, un minatore esasperato dallo sfruttamento e dalle persecuzioni degli attivisti sindacali che trasforma la propria esperienza con gli esplosivi in attentati dinamitardi contro i padroni delle miniere. Kit attira l’attenzione di Foley Walker, guardia del corpo di Vibe; il magnate è alla ricerca di giovani talenti da inviare a studiare nelle università della East Coast, ma la sua offerta costringe il giovane Kit a litigare con il padre, che nel miliardario vede solo un nemico di classe.

Continua a leggere “Contro il giorno”

Gina Apostol


Gina Apostol (1963- ) è una scrittrice filippina nata a Manila, attualmente residente negli USA. È laureata all’università Diliman di Quezon City e diplomata in scrittura creativa alla Johns Hopkins University di Baltimora. Nel 2022 ha vinto il Rome Prize per la letteratura, conferito dall’American Academy di Roma.

Apostol esordisce nel 1997 con il romanzo Bibliolepsy, ambientato nelle Filippine tra la dittatura di Ferdinando Marcos e la rivoluzione popolare del 1986 che lo rovesciò. Il successivo The devolution according to Raymundo Mata vince il Philippine National Book Award nel 2010. Dal terzo romanzo, Gun dealer’s daughter, l’autrice vive negli USA. Ha dichiarato in un intervista che la sua autrice favorita è Elena Ferrante.

Continua a leggere “Gina Apostol”

Vladimir Nabokov

Nabokov con la moglie Véra Slonim

Vladimir Nabokov (1899-1977) è uno dei non molti autori in grado di scrivere in più di una lingua, con la medesima padronanza della madrelingua. Più o meno metà delle sue opere, dagli esordi nel ’26 e fino al ’40, sono scritte in russo; l’altra metà, dal ’41 alla morte, in inglese. Emigrato dalla Russia natale dopo la rivoluzione bolscevica, Nabokov si laureò a Cambridge, visse a Berlino e poi a Parigi, infine, con  la guerra mondiale, si trasferì negli Usa. Insegnò alla Cornell University (il giovane Thomas Pynchon seguì il suo corso di Scrittura creativa), e tradusse da sé in inglese diversi dei primi testi apparsi originariamente in russo.

La sua fama è soprattutto legata a Lolita (1955), ma è nelle opere del secondo periodo che Nabokov porta alle estreme conseguenze letterarie il punto di vista del “narratore inaffidabile”.

Continua a leggere “Vladimir Nabokov”

Melancolia della resistenza

(Az ellenállás melankóliája, 1989)

Krasznahorkai László

ↈ ℍ ⸎ — 5


Krasznahorkai László (1954- ) è oggi lo scrittore ungherese più conosciuto all’estero, anche grazie a due film del regista Tarr Béla tratti da suoi romanzi: Satantango (1994) e Le armonie di Werckmeister (2000), la cui sceneggiatura è basata su questo Melancolia della resistenza: il titolo è quello della seconda parte del romanzo, sottotitolata svolgimento; l’introduzione è intitolata Condizioni straordinarie, la terza e ultima parte Sermo super sepulchrum, sottotitolo Deduzione.

In uno scenario apparentemente nonsense, Krasznahorkai sviluppa una storia farcita di simboli e allegorie, con personaggi che rappresentano archetipi di una società sull’orlo di un profondo cambiamento; si sente l’atmosfera pesante di un mondo alla fine. Il romanzo è scritto e pubblicato durante gli anni tra la caduta del muro di Berlino e la dissoluzione dell’Unione Sovietica, che portarono finalmente all’indipendenza politica dei paesi del Patto di Varsavia: di fronte alla possibilità di un’imminente rivoluzione, l’autore sembra mettere in guardia contro un falso cambiamento e il rischio di una restaurazione conservatrice. Il punto-di-vista si trasferisce nel corso della narrazione tra i quattro personaggi principali.

Continua a leggere “Melancolia della resistenza”

Juan Rulfo

Lo scrittore messicano Juan Pérez Rulfo Vizcaíno (1917-1986) ebbe enorme influenza sugli autori che in seguito sarebbero stati inseriti nella cosiddetta corrente del realismo mágico, definizione mutuata dalla pittura. In particolare, è risaputo che la sua opera più conosciuta, il romanzo Pedro Páramo (1955) colpì profondamente due scrittori colombiani, Álvaro Mutis e Gabriel García Márquez. Considerato dagli intellettuali del suo paese un’autentica leggenda, Rulfo era una personalità introversa e enigmatica, come si può dedurre alla sua narrativa.

Nel panorama culturale sudamericano, Pedro Páramo segna la fine della corrente di letteratura rivoluzionaria che caratterizzò il Messico dalle rivoluzioni degli anni Dieci e Venti fino al secondo dopoguerra mondiale; in un certo senso, si salda con un’esperienza artistica debitrice del surrealismo che ha nell’arte figurativa la maggior interprete in Frida Kahlo, e in quella cinematografica il Luis Buñuel del periodo messicano. Le sue sperimentazioni narrative faranno da apripista al boom della letteratura latinoamericana, postmoderna e postcoloniale.

Ciò non esclude il fatto che la sua creazione letteraria affondi le radici nella Rivoluzione messicana e nei successivi sconvolgimenti, fino alla guerra dei Cristeros degli anni Venti, soprattutto in rapporto al sottoproletariato rurale e alla frustrazione dei contadini; la Rivoluzione non ha fatto scomparire il latifondismo.

Continua a leggere “Juan Rulfo”

Pedro Páramo

(Pedro Páramo, 1955)

Juan Rulfo

ɮ— 4

Un’inquadratura dal film di Carlos Velo (1967)

Il filologo Antonio Alatorre, amico di Rulfo, evidenziò l’influenza dello stile letterario di William Faulkner sulla scrittura di questo romanzo. L’autore dichiarò che i racconti inclusi nella propria raccolta El llano en llamas costituivano già un tentativo di avvicinarsi alla materia di Pedro Páramo, intorno al quale meditò per quasi trenta anni. In una lettera alla fidanzata Clara Aparicio, vi si riferì con il titolo Una estrella junto a la Luna (una stella presso la Luna).

La stesura risale ai due anni precedenti la pubblicazione, durante i quali poté dedicarsi in esclusiva alla scrittura grazie a una borsa di studio del Centro Mexicano de Escritores. L’accoglienza fu subito favorevole, e la fama del romanzo portò alla sua traduzione in altre lingue.

Se avessi scritto Pedro Páramo non mi preoccuperei né scriverei mai più in vita mia.

Gabriel García Márquez, 1978

Pedro Páramo è uno dei migliori romanzi nella letteratura in lingua ispanica e persino nella letteratura.

Jorge Luis Borges, 1985

Il romanzo di Rulfo non è solo uno dei capolavori della letteratura mondiale del XX secolo, ma uno dei libri più influenti di questo stesso secolo.

Susan Sontag, 1994

La vicenda si svolge, con antefatti e analessi, tra la rivoluzione del 1911 e la guerra cristera (1926-1929). Personaggio principale è Pedro Páramo, un cacicco, cioè un grande proprietario terriero che si è arricchito con la violenza e la sopraffazione negli anni turbolenti della rivoluzione, alla quale aderisce formalmente solo per averne vantaggi.

Continua a leggere “Pedro Páramo”

Abbacinante

(Orbitor, 1996-2007)

Mircea Cărtărescu

ɮ ɷ ⸎ — 6

Tentare un’analisi di questa mastodontica opera di Mircea Cărtărescu è una sfida complessa e affascinante, proprio per la stessa natura dell’opera: oltre millecinquecento pagine nell’edizione italiana Voland, testo originale scritto a mano, per accumulazione progressiva, senza un progetto iniziale e senza revisione in corso d’opera, è strutturato come labirinto di ricordi personali, ricostruzioni di fatti reali e di trasfigurazione fantastica, intorno a una serie compatta e limitata di immagini-simbolo che assumono funzione di mitologia letteraria.

La struttura di Abbacinante è quindi un viaggio progressivo dalla visione alla realtà, anche la struttura a farfalla costituita dai tre volumi è al servizio di tutto questo. È però importante ricordare che non è un libro pensato a tavolino, se non nei suoi tratti generali. So che sembra incredibile, ma per fortuna ho i taccuini per provarlo: ho scritto tutti e tre i volumi a mano, senza editing e senza fare più schemi in corso d’opera, insomma quella che si trova nei libri è sostanzialmente la prima bozza, a parte la revisione e qualche taglio occasionale. Si tratta del frutto di un flusso ispirativo continuo, lento ma costante, quasi medianico, a metà tra il fare poesia in prosa e la scrittura automatica. Ogni mattina rileggevo l’ultima pagina fatta e procedevo, lentamente, seguendo l’onda e sforzandomi soprattutto di tenere legati i fatti e le chiavi simboliche.

Intervista di Vanni Santoni, Berlino 2015
Continua a leggere “Abbacinante”