La carta e il territorio

(La carte et le territoire, 2010)

Michel Houellebecq

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Particolare di una cartina Michelin dell’Algeria

Una delle caratteristiche della scrittura di Michel Houellebecq (1956 – ), forse il più discusso tra gli autori francesi contemporanei, è il suo radicamento nella geografia e nella cronaca. La carta e il territorio è una lunga riflessione sull’arte e sulla vita moderne. Il protagonista è un tipico personaggio alla Houellebecq, ai quali l’autore ci ha abituato fino da Estensione del dominio della lotta: un solitario, un misantropo che si tiene in disparte dal flusso della vita. Jed Martin è un artista contemporaneo, un pittore francese di inizio terzo millennio. Figlio unico di un dirigente d’industria e nipote di un fotografo, al tempo dell’università (ha frequentato Belle Arti) si appassiona di fotografia industriale; recupera la vecchia fotocamera del nonno e realizza una lunga serie di immagini d’oggetti di uso comune.

Da adulto, durante un viaggio in autostrada si incanta a osservare una cartina stradale Michelin trovata in un autogrill: ammira la varietà di colori, le linee, le forme, e all’improvviso decide di imprimere una svolta ai propri interessi. Da questo momento, forte dell’esperienza acquisita con la fotografia di design, Jed Martin si dà alla riproduzione fotografica digitale di carte Michelin. Un giorno riesce a esporre una foto in una mostra collettiva, e in questo modo fa conoscenza della giovane russa Olga; più tardi a cena lei gli confida di lavorare per la Michelin e gli propone di lasciarsi sponsorizzare. La sera stessa Jed e Olga finiscono a letto e iniziano una relazione, una delle pochissime esperienze di coppia nella vita solitaria di lui.

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La vita. Istruzioni per l’uso

(1978)

Georges Perec

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Schema del palazzo dove è ambientato il romanzo, con gli occupanti dei locali (da Wikipedia in francese)

Per sfuggire all’arbitrarietà dell’esistenza, Perec come il suo protagonista ha bisogno d’imporsi delle regole rigorose (anche se queste regole sono a loro volta arbitrarie). Ma il miracolo è che questa poetica che si direbbe artificiosa e meccanica dà come risultato una libertà e una ricchezza inventiva inesauribili.

Italo Calvino, Lezioni americane

L’esposizione dei motivi narrativi e della struttura serve appena a dare un’idea superficiale del modo in cui il romanzo è pianificato; in realtà questo iper-romanzo è attraversato da motivi letterari, rispecchiamenti, giochi linguistici, coincidenze, simboli che lo rendono un meta-testo difficile da decifrare completamente.

La vita. Istruzioni per l’uso è ambientato in uno stabile della zona residenziale di Parigi, 11 rue Simon-Crubellier, XVII arrondissement: una via che se esistesse taglierebbe a metà il rettangolo delimitato da rue de Chazelles, rue Léon Jost, rue Méderic e rue Jadin. Secondo alcuni, l’autore si sarebbe ispirato nella descrizione dell’edificio al palazzo in cui abitava insieme a amici al n. 16 di rue Charlemagne. Si tratta di un palazzo di dieci piani con dieci vani per ogni piano; nelle parole dell’autore: «Immagino uno stabile parigino cui sia stata tolta la facciata […] in modo che, dal pianterreno alle soffitte, tutte le stanze che si trovano sulla parte anteriore dell’edificio siano immediatamente e simultaneamente visibili». Il romanzo inizia — e finisce, dato che tutte le storie contenute sono divagazioni a partire da questo singolo momento X — qualche minuto prima delle 20 del giorno 23 giugno 1975, cioè pochi attimi dopo il decesso del protagonista nel suo appartamento. Ognuno dei 99 capitoli è ambientata in una diversa stanza, brevemente descritta nello stato in cui si trova nel momento X, e racconta un frammento della vita di chi ci ha vissuto. Siccome le esistenze di molti degli abitanti sono interlacciate, a poco a poco emerge un gigantesco affresco che ruota intorno a un plot affascinante.

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Alasdair Gray


Alasdair Gray (1934—2019), romanziere, drammaturgo e artista scozzese, fu evacuato da Glasgow insieme alla famiglia durante la seconda guerra mondiale. Frequentò la Whitehill Senior Secondary School, scrisse e disegnò per la rivista della scuola, e successivamente la Glasgow School of Art. Lavorò come muralista e pittore di affreschi per i teatri locali. Per tutti gli anni Sessanta e Settanta scrisse opere per la televisione, la radio e il teatro; nel frattempo lavorò per decenni al suo romanzo, Lanark, che fu salutato come una pietra miliare della letteratura scozzese. In seguito scrisse 1982, Janine (1984), e diversi altri romanzi, ma la sua fama rimane legata al primo.

Nel 2000 Gray ha curato The Book of Prefaces, che ha anche progettato e illustrato, e iniziato a restaurare murales dipinti negli anni ’70. Nel 2001 è diventato professore di scrittura creativa all’Università di Glasgow. Nel corso della sua carriera ha sostenuto con i suoi murales, gli scritti e l’attivismo politico il socialismo e l’indipendenza scozzese, e si è opposto alla guerra e alle armi nucleari.

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