Argall

(Argall, 2001)

William T. Vollmann

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Ritratto di Amonute/Pocahontas un anno prima della morte, da una incisione di Simon van de Passe

Il terzo volume del ciclo Sette sogni – un libro di paesaggi nordamericani racconta una storia conosciuta al grande pubblico grazie a diverse riduzioni letterarie, cinematografiche, a fumetti e via dicendo. Ambientato tra i secoli XVI e XVII, racconta la colonizzazione del territorio che oggi è lo stato USA della Virginia; ha come argomento principale le vite della principessa powhatan Amonute (ca. 1595-1617), più nota come Pocahontas, e dell’avventuriero inglese John Smith (1580-1631). Storia conosciuta superficialmente, perché romanzata in numerose versioni di fiction, è per Vollmann l’occasione di raccontare il devastante impatto delle culture native americane con la preponderante forza demografica e tecnologica dei colonizzatori britannici.

L’opera è scritta in un inglese che imita le forme e il vocabolario dell’epoca elisabettiana, pieno di arcaismi e latinismi. La prima parte è incentrata sulla vita di John Smith, un fittavolo nativo del Lincolnshire insoddisfatto della vita di contadino; diventa apprendista commerciante, ma non è soddisfatto, e dopo la morte del padre lascia l’impiego. Dopo avere implorato il suo tutore e il suo signore, lord Willoughby d’Eresby, dei cui figli è amico intimo, di trovargli un’occupazione più movimentata, si ritrova arruolato per combattere nei Paesi Bassi a fianco degli insorti protestanti contro la monarchia spagnola.

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Venga il tuo regno

(Fathers and Crows, 1992)

William T. Vollmann

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Il secondo volume del ciclo dei Sette Sogni racconta la colonizzazione europea dell’America nordoccidentale, l’attuale zona del Canada francofono. La narrazione mescola episodi dei sopralluoghi di Vollmann nelle location storiche, documenti autentici e fiction. I fathers del titolo sono quelli che i nativi chiamavano “vesti nere”, i gesuiti giunti al seguito degli avventurieri.

La narrazione inizia a Montréal, l’autore cerca tracce di Sainte Catherine, che è la giovane irochese Kateri Tekekwitha, convertita al cristianesimo dai gesuiti e beatificata nel 1980 da papa Giovanni Paolo II.

Nel 1604 una giovane sposa Mi’kmaq di nome Nata Nuotando sogna un’isola in arrivo dal mare; il mattino successivo un veliero si avvicina a riva dal mare e ne scendono uomini dalla pelle bianca che dimostrano un’attitudine amichevole. Si tratta di una spedizione francese alla quale partecipano il Sieur de Poutrincourt, interessato a sviluppare il commercio di pelli di castoro tra Canada e Francia, Pontgravé e il figlio Robert, che da anni esplorano il nuovo mondo alla ricerca dell’oro. Caduto l’inverno, lo scorbuto imperversa nel campo fortificato degli esploratori all’isola Sainte-Croix, sterminando quasi metà degli uomini, mentre i Mi’kmak riescono a cacciare gli animali imprigionati nella neve.

I nativi sono molto contenti perché in cambio di pellicce di castoro ricevono utensili di metallo. Abbandonata l’isola Sainte-Crox, i francesi si stabiliscono in quello che chiamano Port Royal. Il capo Mi’kmak, Membertou, vorrebbe ottenere anche le armi da fuoco per combattere contro gli eterni nemici Armouchiquois, Poutrincourt è riluttante. C’è anche una complicazione: Robert Pontgravé è deciso ad avere tutti i costi Nata Nuotando.

I francesi abbandonano Port-Royal dopo avere consegnato a Membertou e ai suoi una quantità di archibugi, con i quali i Mi’kmak trionfano sui loro nemici. Robert Pontgravé violenta Nata Nuotando; la ragazza rimane incinta, e quando nasce una bambina le dà il nome Nata Sott’Acqua.

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La camicia di ghiaccio

(The ice shirt, 1990)

William T. Vollmann

ɷ ɮ ⸿ — 5

Gerardo Mercatore, Mappa dell’Artico (1606), riprodotta sulla copertina dell’edizione originale del libro di Vollmann

Primo romanzo del vasto ciclo “Sette Sogni: un libro di paesaggi nordamericani”, La camicia di ghiaccio mescola invenzione letteraria, cronaca di viaggio dell’autore, documenti autentici e ricostruzione storica, in una continua osmosi tra passato e presente. Alla base della narrazione ci sono antiche saghe norrene come l’Edda o l’Heimskringla, che raccoglie diverse epiche scandinave sui regni svedesi e norvegesi, e il Flateyjarbók islandese, che contiene la saga di Óláf figlio di Tryggvi, o ancora le saghe di Vinland o di Eirik il Rosso: quest’ultima racconta l’arrivo di coloni vichinghi dall’Islanda a Vinland, la “terra del vino”, probabilmente l’odierna Terranova nel Canada orientale.

Il libro inizia nei tempi mitici dei re norreni, mescolando leggenda e fatti reali, magia e storia, fino al consolidamento del primo regno di Norvegia sotto re Harald (circa 940 e.v.). La narrazione si sposta poi verso l’Islanda, colonizzata da navigatori vichinghi che si spinsero poi fino alla Groenlandia. La terra chiamata Vinland viene scoperta intorno all’anno 1000, quando Islanda e Groenlandia divengono ufficialmente cristiane. L’ultima della quattro arti del romanzo racconta i pochi anni trascorsi a Vinland dai colonizzatori, tra il 1007 e il 1010, i conflitti con i nativi, la contrapposizione tra due donne forti, Gudrid Thorbjørnsdottir con il marito Thorfinn Karlsefni e i suoi seguaci, e Freydis Eiriksdottir, figlia non riconosciuta di Eirik il Rosso, con il marito Thorvald di Gardar e i suoi seguaci. La prima rappresenta un principio positivo, la seconda distruttivo; è infatti Freydis a promuovere presso il marito l’assalto alla fattoria dei coloni islandesi Helgi e Finnbogi, giunti a Vinland insieme a loro, che finisce con il massacro dei due con tutti i loro uomini e donne. Ancora, è Freydis a tentare di raggiungere, attraverso Gudrid, il grande albero-mondo Yggdrasil, che ritiene si trovi nelle foreste di Vinland.

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