Argall

(Argall, 2001)

William T. Vollmann

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Ritratto di Amonute/Pocahontas un anno prima della morte, da una incisione di Simon van de Passe

Il terzo volume del ciclo Sette sogni – un libro di paesaggi nordamericani racconta una storia conosciuta al grande pubblico grazie a diverse riduzioni letterarie, cinematografiche, a fumetti e via dicendo. Ambientato tra i secoli XVI e XVII, racconta la colonizzazione del territorio che oggi è lo stato USA della Virginia; ha come argomento principale le vite della principessa powhatan Amonute (ca. 1595-1617), più nota come Pocahontas, e dell’avventuriero inglese John Smith (1580-1631). Storia conosciuta superficialmente, perché romanzata in numerose versioni di fiction, è per Vollmann l’occasione di raccontare il devastante impatto delle culture native americane con la preponderante forza demografica e tecnologica dei colonizzatori britannici.

L’opera è scritta in un inglese che imita le forme e il vocabolario dell’epoca elisabettiana, pieno di arcaismi e latinismi. La prima parte è incentrata sulla vita di John Smith, un fittavolo nativo del Lincolnshire insoddisfatto della vita di contadino; diventa apprendista commerciante, ma non è soddisfatto, e dopo la morte del padre lascia l’impiego. Dopo avere implorato il suo tutore e il suo signore, lord Willoughby d’Eresby, dei cui figli è amico intimo, di trovargli un’occupazione più movimentata, si ritrova arruolato per combattere nei Paesi Bassi a fianco degli insorti protestanti contro la monarchia spagnola.

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L’arte francese della guerra

(L’art française de la guerre, 2011)

Alexis Jenni

⸎  — 2


So bene che una metafora organica della società è una metafora fascista; ma i problemi che abbiamo possono essere descritti in maniera fascista. Abbiamo problemi di ordine, di sangue, di suolo, problemi di violenza, problemi di potenza e di uso della forza.

Dopo il premio Goncourt 2006 a un lungo romanzo di guerra (Le benevole di Jonathan Littell), la giuria del maggiore premio letterario francese si ripete nel 2011 con questo romanzo dell’esordiente Alexis Jenni, un viaggio attraverso vent’anni ininterrotti di guerre, dalla resistenza contro il nazismo all’indipendenza dell’Indocina, per finire con l’interminabile battaglia di Algeri: una cronaca romanzata della decolonizzazione.

Punto d’arrivo è la violenza endemica con cui oggi nelle periferie urbane si riduce a un problema di ordine pubblico la questione dei francesi d’origine coloniale, e che per l’autore ha le sue radici nella resistenza alla perdita delle colonie:

Vent’anni, le guerre si succedevano, e ciascuna lavava con un colpo di spugna la precedente, gli assassini di una sparivano nella seguente. Perché ne produceva di assassini, ciascuna guerra, a partire da gente che non avrebbe picchiato il proprio cane, che nemmeno sognava di combattere, ai quasi si consegnava una moltitudine di uomini legati e nudi, li si faceva regnare su greggi di uomini  mutilati dalla colonizzazione, masse di cui neppure si conosceva il numero, della quale era necessario abbattere una parte per salvare il resto, come si fa con le bestie per prevenire l’afta epizootica.

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Venga il tuo regno

(Fathers and Crows, 1992)

William T. Vollmann

ɷ ɮ ⸿ — 5


Il secondo volume del ciclo dei Sette Sogni racconta la colonizzazione europea dell’America nordoccidentale, l’attuale zona del Canada francofono. La narrazione mescola episodi dei sopralluoghi di Vollmann nelle location storiche, documenti autentici e fiction. I fathers del titolo sono quelli che i nativi chiamavano “vesti nere”, i gesuiti giunti al seguito degli avventurieri.

La narrazione inizia a Montréal, l’autore cerca tracce di Sainte Catherine, che è la giovane irochese Kateri Tekekwitha, convertita al cristianesimo dai gesuiti e beatificata nel 1980 da papa Giovanni Paolo II.

Nel 1604 una giovane sposa Mi’kmaq di nome Nata Nuotando sogna un’isola in arrivo dal mare; il mattino successivo un veliero si avvicina a riva dal mare e ne scendono uomini dalla pelle bianca che dimostrano un’attitudine amichevole. Si tratta di una spedizione francese alla quale partecipano il Sieur de Poutrincourt, interessato a sviluppare il commercio di pelli di castoro tra Canada e Francia, Pontgravé e il figlio Robert, che da anni esplorano il nuovo mondo alla ricerca dell’oro. Caduto l’inverno, lo scorbuto imperversa nel campo fortificato degli esploratori all’isola Sainte-Croix, sterminando quasi metà degli uomini, mentre i Mi’kmak riescono a cacciare gli animali imprigionati nella neve.

I nativi sono molto contenti perché in cambio di pellicce di castoro ricevono utensili di metallo. Abbandonata l’isola Sainte-Crox, i francesi si stabiliscono in quello che chiamano Port Royal. Il capo Mi’kmak, Membertou, vorrebbe ottenere anche le armi da fuoco per combattere contro gli eterni nemici Armouchiquois, Poutrincourt è riluttante. C’è anche una complicazione: Robert Pontgravé è deciso ad avere tutti i costi Nata Nuotando.

I francesi abbandonano Port-Royal dopo avere consegnato a Membertou e ai suoi una quantità di archibugi, con i quali i Mi’kmak trionfano sui loro nemici. Robert Pontgravé violenta Nata Nuotando; la ragazza rimane incinta, e quando nasce una bambina le dà il nome Nata Sott’Acqua.

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