James G. Ballard


Lo scrittore britannico James Graham Ballard (1930-2009) esordisce nel 1956 come autore di fantascienza, e tale rimane fino alla pubblicazione di La mostra delle atrocità. Malgrado abbia pubblicato negli anni Sessanta una tetralogia di romanzi in cui immagina che la fine della civiltà umana provenga ogni volta da uno dei quattro elementi delle cosmogonie classiche, ha espresso il meglio della propria scrittura nei racconti: è infatti nelle storie di lunghezza limitata che trova il compimento più esemplare la sua poetica dell’inner space, dello spazio interiore, come ambito di indagine letteraria in opposizione all’outer space, lo spazio esterno al sistema solare che era invece lo scenario preferito della fantascienza dell’epoca.

Al centro della sua opera c’è l’impatto del futuro sull’uomo, il lato oscuro del sense of wonder: non per nulla i suoi paesaggi alieni sono debitori, con le loro geometrie di ombre nette nella luce solare, angoli retti, forme stampate sullo sfondo orizzontale di uno scenario desolato, del surrealismo di De Chirico.


Schede-libro in questo sito

La mostra delle atrocità (The atrocity exhibition, 1970)

I segreti di Vermilion Sands (Vermilion Sands, 1971)

Crash (Crash, 1973)


Per approfondire

Franco Ricciardiello, Io e Ballard, da Intercom science fiction station

Gianluca Didino, La strada perduta per lo spazio interiore, su L’indiscreto


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